Venanzo Crocetti
Venanzo Crocetti ha sempre avuto un rapporto di amore e odio con Giulianova (sua città natale), con Teramo e l’Abruzzo.
Giulianova lo vide nascere il 3 agosto del 1913 e lì trovarono “humus” fertile l’impegno e l’estro di Crocetti, nonostante
i disagi di una vita molto povera e le disavventure che lo colpirono ancora fanciullo. Lì nacque prepotente, si modellò, si
rafforzò e crebbe rapidamente il suo amore per l’arte.
La famosa Gallina, realizzata in bronzo nel 1931, gli fece vincere, nel 1941, l’ambitissimo “Premio Verona” alla “Mostra
Nazionale dell’Animale nell’Arte”. Crocetti si impose subito all’attenzione dei critici come grande scultore; la sua carriera
attinse vertici impossibili ad altri già in giovanissima età. A quindici anni si trasferì a Roma dove iniziò una frenetica attività di
formazione e di ricerca, sostenuto da una volontà ferrea, uno smisurato desiderio di apprendere ed una voracità insaziabile
di immagazzinare nozioni. La mattina lavorava ai restauri nella Cappella Sistina per alcune istituzioni private; nel pomeriggio
si dedicava al disegno e allo studio: frequentava l’Accademia Serale Inglese e Francese, partecipava a convegni e dibattiti,
tra cui quello sul Futurismo, dove conobbe Marinetti. Visitò i Musei Vaticani e tanti altri musei romani. L’impressione che
ricevette dalla grandiosità della Cappella Sistina gli procurò una forma di vertigine che lo fece star male per qualche giorno.
A diciassette anni frequentava assiduamente il Giardino Zoologico dove ritrasse una Tigre con la quale partecipò alla “Mostra
Nazionale dell’Animale nell’Arte”. Fu un momento assai emozionante per lui. Per la sera dell’inaugurazione indossò un
vestito nuovo ma, al momento di entrare nel Palazzo delle Esposizioni, gli mancò il coraggio. Nel 1931 espose in una mostra
collettiva e preparò la partecipazione al “Concorso Nazionale dell’Accademia di S. Luca” che ebbe luogo nel 1932. Lo vinse.
Aveva solo diciannove anni. «Quel premio di 5.000 lire - scriverà più tardi - rappresentava per un ragazzo della mia età una
vera ricchezza ... a me, che sono nato nella miseria e per questo rinuncio a spendere con sconsideratezza il denaro, quelle
5.000 lire consentirono di impostare in maniera salda le basi sulle quali avrei costruito tutta l’impalcatura del mio mondo».
Dopo il 1932 la vita di Crocetti cambiò in meglio. Nel 1933 venne premiato alla “Nazionale di Firenze”. Conobbe il pittore
Ferrazzi, che subito dopo lo presentò a Ottolenghi, e lavorò con il grande architetto Piacentini. Il successo gli procurò l’invito
per la Biennale di Venezia del 1934, anno in cui eseguì una serie innumerevole di opere grandi e piccole. Nel 1934 partecipò
alla “Mostra Internazionale di Arte Sacra” a Valle Giulia e prese anche parte alla XIX Biennale di Venezia. In quel periodo
abbandonò il lavoro di restauro. Nel 1936, per la seconda volta, fu invitato alla Biennale di Venezia; espose alla “Mostra
d’Arte Italiana” a Parigi ed eseguì la Statua dell’Arcangelo San Michele per la città di Aprilia. Per la XXI Biennale di Venezia
del 1938 ricevette, per la terza volta, l’invito a partecipare con otto opere. Nel 1950 vinse il concorso per una delle Porte di
S. Pietro che completerà solo nel 1966.
Nel 1956 il Professor Carino Gambacorta, da poco eletto sindaco di Teramo, dopo una intensa consultazione con le organizzazioni
combattentistiche della città, con i cittadini e con i suoi collaboratori, decise di dotare la città del Monumento
ai Caduti di tutte le guerre. Gambacorta, nei pochi mesi di attività come primo cittadino, impostò con grande dinamismo
la risoluzione di importanti problemi della comunità teramana, imponendo un ritmo frenetico alla sonnolenta burocrazia
comunale. Il programma presentato alla città era ambizioso e lo portò avanti con enormi sacrifici personali, ma con determinazione
e decisione. Crocetti era già famoso in Italia e nel mondo e aveva vinto molti primi premi. Nel museo cittadino erano esposte tre sue opere assai significative: La Leonessa, Il Leone e La Gazzella Ferita. Molti collezionisti teramani possedevano
sue opere. Nella chiesa di S. Flaviano, a Giulianova, si trovavano un grande Crocifisso in bronzo e una Madonna
col Bambino in marmo.
Il Cavaliere della Pace, realizzato nel 1988, fratello quasi gemello di quello teramano, nell’estate del 1989 iniziò il suo viaggio
per portare un messaggio di pace in tre continenti: Europa, Asia e America.
In quest’opera viene riassunto l’ideale plastico a cui lo scultore è rimasto tenacemente fedele nel corso della sua lunga ed
operosa vita: un ideale di coscienza etica ed estetica, animato dalla pervicace speranza in un nuovo Umanesimo. Opera di
altissima qualità formale e di profondo contenuto politico, il giovane Cavaliere della Pace porta nel mondo un messaggio di
concordia e di fratellanza, lo stesso che è nelle intenzioni del suo ideatore che ha lo scopo preciso di oggettivare in esso una
missione salvifica di bellezza e di amore interpretando le trepide attese di tutti gli uomini, specialmente in quel periodo in
cui incombeva un’inquietante e crescente apprensione per le sorti dell’umanità. Per questo il comitato organizzatore della
mostra volle che il viaggio iniziasse da Hiroshima, città martire della seconda guerra mondiale, in occasione della ricorrenza
del 45° anniversario della deflagrazione della prima bomba atomica. Nel 1984, con il Professor Mario Pomilio e Gianni Letta,
fu organizzata, nelle sale della Biblioteca Nazionale di Roma, nel Castello Cinquecentesco de L’Aquila e nel Museo di S.
Croce di Firenze, una grande mostra antologica che fu visitata, tra gli altri, dai principi Carlo e Diana d’Inghilterra. La mostra
riscosse un grande successo di pubblico e di critica. “L’Osservatore Romano” scrisse: «La grande mostra è la prima antologica
di un artista che è tra i maggiori della nostra scultura». Su “L’Espresso” Trombadori disse: «La personalità di Crocetti
ha avuto riconoscimenti per il suo stile, la sua cultura europea, il suo respiro creativo, il suo gusto per la sintesi e la caratterizzazione
puntuale del suo sentimento e dell’espressione antropomorfica». «Crocetti - scrisse ancora Trombadori - non
è solo un compagno di strada dei protagonisti del rinnovamento di quell’epoca; è uno di essi. Protagonista quindi, insieme
a Martini, Marini e Manzù, del rinnovamento come portatore di valori nuovi e di specifica poesia nella scultura». Nel 1955
vinse il concorso per l’insegnamento all’Accademia di Firenze dove si trasferì ed eseguì varie sculture a soggetto libero.
Nel 1957 iniziò la Via Crucis per la nuova Basilica di San Giovanni Bosco a Roma.
Nel 1960 l’Accademia Nazionale di San Luca, della quale diventò Presidente per due mandati, organizzò una sua mostra
personale.
Nel 1967 eseguì, per la Basilica Lateranense, due fontane con cervi da fondere in argento. Nel 1972, in occasione dell’inaugurazione
della nuova sede della Cassa di Risparmio, il Professor Gambacorta gli fece organizzare una mostra personale e
curò la pubblicazione della monografia presentata da Marcello Venturi ed edita dalla “Editalia” di Roma. Il volume vinse il
premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nel 1973 la Contemporary Art Gallery di Tokyo gli organizzò mostre personali a Tokyo ed Osaka. Nel 1974, in concomitanza
con il viaggio di imprenditori abruzzesi in Canada, gli organizzai una mostra personale a Montreal presso l’Istituto Nazionale
Italiano di Cultura. In quell’occasione rifiutò una vantaggiosissima offerta di una grossa marca di sigarette che voleva
abbinare il suo marchio alle mostre dello scultore. Nel 1975 espose di nuovo a Tokyo ed Osaka e partecipò alla mostra degli
scultori contemporanei a Parigi.
Nel 1977 visitò per la prima volta il Giappone e l’anno successivo espose a Kyoto.
Nel 1980 tornò di nuovo in Giappone per la mostra dei bassorilievi e dei disegni.
Nel 1983 completò L’Accademia che sarà poi donata al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. Nel 1989, per il 150° anniversario
della nascita del grande scultore ottocentesco Raffaello Pagliaccetti, suo conterraneo, partecipò alla mostra in suo
onore, assieme ai colleghi Mario Ceroli, Pietro e Andrea Cascella.
Nel 1993 visitò per la quarta volta il Giappone dove partecipò, con La Ragazza che passeggia lungo la riva del mare, alla
mostra all’aria aperta di Utsukushigahara ed ebbe l’onore di dare inizio alle solenni manifestazioni organizzate per l’apertura
del Museo. Incontrò Fujnuma della Nippon Television e concordò con lui l’organizzazione della mostra antologica da
tenere nei musei di Yokohama, Shimonoseki e Gumma.
Nel 1996 il Ministero dei Beni Culturali restituì alla Fondazione il Museo Crocetti e le opere ivi collocate. Il Museo, che ha
subito dei lavori di ristrutturazione e di messa a norma, sarà aperto al pubblico nel prossimo autunno e sarà gestito direttamente
dalla Fondazione Crocetti. Nel 1998 il Maestro Crocetti tornò in Giappone per la quinta volta per l’apertura di una
mostra antologica itinerante che fu visitata da oltre 50.000 persone. Nello stesso anno completò, dopo venti anni di intenso
lavoro, la bellissima porta del Museo Crocetti collocata proprio in questi giorni. Nel 1998 prese corpo il progetto di un’opera
da collocare sulla porta posteriore del Duomo di Teramo. Nella primavera del 2000, L’Annunciazione venne collocata sulla
facciata posteriore del Duomo, in occasione della celebrazione del Giubileo degli abruzzesi. Fu benedetta dal Santo Padre
Giovanni Paolo II che ebbe per lo scultore parole di stima e di elogio e, poiché il male alle gambe che lo avrebbe poi costretto
a letto, gli impediva di camminare, lo ospitò sulla sua carrozzella mobile. Crocetti ne fu profondamente commosso
e nei giorni successivi non si stancava mai di raccontare l’emozione che aveva provato e la sensazione di pace che gli aveva
dato il contatto delle calde mani del Papa ed il carisma che sprigionava dalla sua figura. L’Annunciazione fu collocata sul
portale posteriore del Duomo il 28 maggio del 2000 ed è stata l’ultima opera dell’amico Venanzo che così ha voluto dare
un’ulteriore testimonianza di amore alla sua terra.
On. Antonio Tancredi
Presidente della Fondazione Venanzo Crocetti